Rimango sempre molto colpito dalla distanza che separa il momento in cui un fan attende la firma del proprio idolo (che sia calciatore, cantante, tennista o scrittore) da quello successivo. È incredibile osservare come muti il volto di chi ha appena ricevuto l’autografo tanto bramato: si passa dal contorcimento di faccia e braccia per farsi notare all’indifferenza più totale, ed il tutto avviene nel giro di 5 secondi, letteralmente. Viene da chiedersi se, allora, quel personaggio pubblico sia davvero mai esistito per il fan, esistito come persona diversa da sé, capace di fare delle scelte, di provare emozioni, di fare pensieri e non semplicemente come mano-che-firma. In questo ultimo senso l’altro esisterebbe semplicemente come fornitore di una firma, di un cimelio da mostrare agli amici. È come se la firma prendesse il posto dell’altro: il cantante non vive più allora in sé ma continua a vivere letteralmente in quella firma che diviene tanto gelosamente custodita. In tal senso allora si potrebbe capire come mai dopo l’autografo il cantante (per esempio) non sia più degnato di uno sguardo: semplicemente egli, in sé, non esiste più; è, cioè, alienato da se stesso.
Dott.Fabio Del Ben
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