Il Coronavirus è senz'altro la piaga del momento. Ogni giorno telegiornali, radio, internet ci forniscono notizie ed aggiornamenti sul numero dei contagiati, dei deceduti e dei guariti. Ci informano sulle zone più colpite e ci invitano a stare a casa, a non andare in giro se non sia strettamente necessario. Sappiamo che al momento è molto importante rispettare quanto ci viene chiesto, non solo per la pericolosità del virus in quanto tale ma anche per una questione di organizzazione dei luoghi deputati alla cura, quasi al collasso.
Una delle cose che colpisce maggiormente è la spinta alla vita causata da tale virus.
Può sembrare paradossale parlare di vita, con i tanti morti non solo in Italia ma nel mondo. A ben vedere però il virus ci ha (anche) permesso di dedicarci ad attività a lungo accantonate perché troppo impegnati: mi riferisco in primis alla cura di sé, alla cura del proprio benessere psicofisico, all'attenzione per gli altri e per noi stessi. Certo, quella che mettiamo in atto sarà anche una cura guardinga, obbligata, magari impaurita, ma è sempre una forma di cura. Molti inoltre hanno riscoperto il piacere di stare in casa con i propri cari (nonostante la distanza), di dedicarsi ad attività piacevoli rimandate per molto tempo come cucinare o leggere un buon libro.
Credo che la sfida che ci pone questo virus sia quella di riuscire a rimanere uniti, a restare insieme nonostante le difficoltà, nonostante la paura, nonostante la distanza, senza cedere alla tentazione di diventare improvvisamente alieni gli uni per gli altri. Ultimamente ci siamo resi ancora più conto di quanto a volte “gli altri” possiamo essere proprio noi.
Credo che dopo questo brutto momento, alla fine "dell'inverno", saremo in grado di uscirne con uno spirito nuovo, con il quale magari anche leccarci le ferite, consapevoli però di ciò che, pur in una situazione di difficoltà, abbiamo potuto riscoprire e che credevamo perduto. Stay human!
Fabio Del Ben
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