Sulla scia dello (s)proloquio precedente, ci sono altri esempi di domande che ogni tanto ci poniamo e che ci lasciano sempre con una sensazione di incertezza e di precarietà. Mi riferisco alle classiche “Chi sono?”, “Da dove vengo?”, “Dove sto andando?”, declinate spesso nella forma della prima persona plurale. Mi sembra che esse siano domande alle quali possiamo dare risposta solo considerando il qui-e-ora nel quale siamo gettati. In tal senso diviene molto semplice rispondervi: sono Fabio, vengo da Pordenone e sto andando in studio. Tali risposte ci sembrano sicuramente ridicole e forse ci appaiono tali perché fanno da specchio alle domande stesse: non è un caso che molti comici utilizzino tali quesiti come parte del loro show. Potremmo allora cercare di darvi risposta uscendo dal qui-ed-ora ma sappiamo bene che ciò non è possibile. Mi sembra che esse rappresentino dei modi per “sostenere” il nostro mondo, dei quesiti che ogni tanto è bene porsi per rifiatare dalle vere domande che ci rifiutiamo (inconsciamente) di rispondere, come per esempio: “a quali domande non sto pensando?”.
Fabio Del Ben
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