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Una nuova ricerca del benessere tra suoni e ricordi di tempi antichi.

asmr her microphone

C’è un fenomeno che ormai da qualche tempo ha fatto la sua comparsa nel web: mi riferisco ai video e a tutto il mondo dedicato all’ASMR (Autonomous Sensory Meridian Response, risposta autonoma del meridiano sensoriale). Con tale sigla ci si riferisce a una sensazione, simile a un formicolio, che dal cuoio capelluto si diffonde alle spalle e alla schiena, dando una forte sensazione di benessere e rilassamento. Rispetto al modo di descrivere tale piacere si è molto dibattuto: c’è chi parla di relax, chi di formicolio, chi addirittura di orgasmo mentale. Tale sensazione sarebbe innescata da degli stimoli (triggers) attivati vicino ad un particolare microfono in grado di far risaltare anche i suoni più delicati in un’atmosfera di assoluto silenzio. Esempi di triggers possono essere il ticchettio delle unghie su una superficie dura (tapping), lo strofinamento di un pennello sul microfono (brushing) o il sussurrio della voce (whispering). Su YouTube compaiono decine e decine di video anche in italiano in cui è possibile immergersi in tale esperienza. A riprova della diffusione di tale pratica sono state condotte anche delle ricerche scientifiche qualche anno fa (ad es. Barratt e Davis, 2015).

La cosa interessante è che effettivamente tali suoni, così chiari, così distinti, hanno un impatto positivo su di noi, al punto che parte di tali video sono creati ad hoc per ridurre lo stress, indurre uno stato di rilassamento oppure favorire l’addormentamento.

Cos'è che ci fa stare bene? Quello che tutti o gran parte di questi video hanno in comune è la forma: una persona (uomo o donna), tendenzialmente di bella presenza, dietro un microfono, che parla, sussurra o emette suoni di fronte all'ascoltatore; un’esperienza che lo spettatore fa in prima persona, benché il video sia poi condiviso con centinaia di migliaia di altre persone. Sembra proprio che quell'uomo o quella donna sia lì per noi, esclusivamente per noi, pronto/a a donare il suo tempo (un tempo variabile e in genere superiore almeno ai 20 minuti) per il nostro benessere. In tal senso già questo concorre a farci stare meglio: del resto nella vita di tutti i giorni non ci sono quasi mai occasioni nelle quali riusciamo a stabilire un rapporto esclusivo con qualcuno, eccetto chiaramente quello con il o la partner, o a volte con gli amici.

In secondo luogo il contenuto gioca un ruolo altrettanto importante. In tal senso vorrei soffermarmi su due tipi di triggers che vengono spesso utilizzati e che sembrano essere quelli che riscuotono maggior successo: mi riferisco al ticchettio ed al sussurrio della voce. Sono stimoli molto diversi tra loro ma in grado entrambi di immergerci in uno stato di quiete.

La cosa che forse colpisce maggiormente del ticchettio è la nitidezza del suono e dei contrasti al suo interno. È qualcosa che si ripete in maniera quasi ipnotica con differenti sfumature in grado di combinarsi armoniosamente tra loro e con i gesti delle dita sugli oggetti. Se penso al contrasto tra le micro sequenze di suono/non suono mi vengono in mente tutte quelle occasioni in cui, soprattutto da bambini, i contrasti giocavano un ruolo fondamentale: dal c’è/non c’è di un gioco fatto comparire e poi scomparire di fronte al bimbo al coprirsi e scoprirsi il volto di fronte ai neonati, cosa che tendenzialmente li fa sorridere e divertire. Altra caratteristica importante è che tali suoni spiccano, infrangono continuamente l’atmosfera ovattata che pervade tali video, dando ritmo e solleticando le nostre sensazioni. Per certi versi è un’esperienza che può ricordare quella del feto nell'utero materno: tutto è ovattato, i suoni provenienti dall'esterno arrivano attenuati, quasi bonificati potremmo dire. Nulla rompe tale stato di quiete, tutto concorre a creare un gioco in cui i suoni emergono senza essere avvertiti come spiacevoli; è una sensazione difficile da “spiegare”, è qualcosa che sembra fare appello direttamente alle nostre percezioni, al nostro corpo e che richiama esperienze passate, esperienze di regressione ad un piacere antico e pervasivo.

Quello che anche dalle ricerche effettuate sembra essere lo stimolo in grado di indurre maggiormente una sensazione di piacere è il suono della voce, una voce che sussurra parole, che incoraggia, che descrive, che racconta. Mi sembra che quello che fa la differenza non sia tanto il contenuto, ciò che viene detto, quanto, ancora una volta, il modo di dirlo. È una voce che si fa presenza, una voce che si fa corpo, una voce emessa solo per noi. Chiaramente essa riesce ad avere tutt'altro peso rispetto a un semplice ticchettio, è qualcosa di vivo, che ha una propria eroticità intesa come elemento vitale. Mi viene in mente un film di qualche anno fa, “Her” di Spike Jonze, con protagonista Joaquin Phoenix nei panni di un uomo che, in un universo dominato dalla tecnologia, decide di affidarsi a un sistema operativo basato su un’intelligenza artificiale cui dà il nome di Samanha. Lì, per quanto i dialoghi siano con una donna virtuale, essi riescono comunque a raggiungere un’intensità molto elevata, al punto che lo spettatore ha quasi l’impressione che tale donna esista realmente. Qui, invece, oltre alla voce c’è anche chi la emette, c’è qualcuno da guardare in video e che ci guarda, senza scrutarci, ci parla senza voler nulla in cambio. Certo, stabilire una relazione con qualcuno in carne e ossa è ben altra cosa. Ed è anche vero che talvolta questo ci preoccupa: l’Altro “dal vivo”, l’Altro che incontriamo ogni giorno al lavoro o sull'autobus o al supermercato ci convoca, ci fa domande, ci chiede un parere, si aspetta di essere ascoltato e di ricevere attenzioni; e forse non è un caso che parte dei video riguardanti il mondo ASMR siano del tipo “role playing”, dove si può fingere di andare dal parrucchiere o dall'oftalmologo e scoprire anticipatamente quello che potrebbe succederci. Guardando i canali ASMR possiamo davvero metterci comodi, non solo fisicamente ma anche psichicamente: possiamo godere di qualcuno che cerca di fare di tutto pur di farci rilassare al costo, al massimo, di un like alla pagina Facebook o all'iscrizione al canale. Verrebbe forse da chiedersi chi ne goda di più: lo Youtuber consapevole dell’effetto dei propri video o lo spettatore che ne può beneficiare senza darne alcun segno e senza dover ringraziare nessuno.

La voce è uno dei primi stimoli esterni che avvertiamo, quella di nostra madre, di nostro padre, e di tanti altri. È qualcosa che spicca pur arrivandoci in forma attenuata, addolcita dal filtro del liquido amniotico. E, forse, è proprio tale ritorno alle nostre origini e alle sensazioni che in esse abbiamo provato, ma alle quali magari non sappiamo dare un nome, ciò che ci rilassa e che ci fa decidere di dedicare del tempo, in un’epoca in cui il tempo è più prezioso dell’oro, all'ascolto di tali video.

Dott. Fabio Del Ben

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